Evidentemente non è la caccia il problema dell’estinzione degli orsi nel Parco Nazionale d’Abbruzzo e la morte di tre esemplari annegati in una vasca di approvvigionamento di acqua al servizio della pastorizia è lì a testimoniarlo. C’è di più come sottolinea l’Associazione Italiana per la Wilderness che ricorda come “quella vasca è lì da innumerevoli decenni (ripristinata modernamente solo negli ultimi anni, cosa che l’ha resa una trappola per gli orsi). Le autorità ne erano informate, visto che solo otto anni or sono vi annegarono altri due orsi. Pare che abbiano diffidato i proprietari a prendere provvedimenti; ma resta grave il fatto che di fronte al mancato intervento dei proprietari, non si sia mosso l’Ente Parco a provvedere, visto che si tratta della tanto decantata “Zona di Protezione Esterna” (legalmente non esiste!) che da anni si cerca di trasformare di fatto in “Area Contigua” (che però non può stabilirsi senza l’assenso dei Comuni!): nessuna legge lo impediva, visto che la competenza sull’Orso marsicano è comunque dell’Ente Parco, tanto che la suddetta “Zona” la si deve proprio alla legge del 1923 per dare al Parco potere sull’animale anche nelle zone esterne allo stesso”. L’Anuu Lazio ricorda e rivendica di essere strenua sostenitrice della protezione dell’orso la cui presenza e conservazione è importantissima. L’associazione sarà sempre in prima linea a segnalare qualsiasi (e da qualsiasi parte provenga) possibile violazione commessa a danno della specie orso. Un appello forte va lanciato a tutti i sindaci fuori dalla zona pre parco perché’ portino i loro consigli comunali ad approvare un documento a sostegno dell’azione che stanno portando avanti tutti i loro colleghi dell’area pre parco.
foto Ansa