L’Anuu invoca un calendario venatorio europeo!

Il calendario europeo definisce misure per consentire lo svolgimento dell’attività venatoria in un contesto di maggiore certezza. Si muove nella direzione del rispetto dell’ambiente e
allo stesso tempo della valorizzazione di una attività nobile che, se esercitata nel rispetto delle regole, non altera gli equilibri naturali di tutti gli Stati membri.
Noi Anuu invochiamo a gran voce il calendario europeo. Un provvedimento che tuteli la fauna selvatica, le produzioni agricole, una caccia programmata ideata sulla base di una
normativa ed identità comunitaria.
Chiediamo una pianificazione chiara, precisa e non come accade per la “Tortora e Beccaccia”. L’Italia, paese fondatore dell’Unione Europea, sin dal lontano 1951, deve avere un calendario esattamente come gli altri Stati membri o quantomeno di tutta l’Italia centrale. Un plauso va alla vicina Regione Toscana che, dopo aver sentito il parere di ISPRA, ha approvato un calendario che va incontro alle esigenze del mondo venatorio e del mondo agricolo.
Sorgono spontanee le domande: Quando i nostri politici regionali riusciranno ad intraprendere un processo simile alla Regione Toscana? Come possiamo ottenere un calendario venatorio europeo se non riusciamo ad ottenere un calendario unico nazionale?
L’ Anuu è un’associazione venatoria ed ambientale pronta ad ogni tipo di dialogo aperto e ragionevole con un occhio al futuro prossimo. Dopo mesi difficili, finalmente si torna a parlare di emozioni, della cultura e delle tradizioni venatorie.
Auspichiamo inoltre che al prossimo incontro con il broker assicurativo partecipino i Presidenti di tutte le associazioni venatorie (senza divisioni alcune) e questo nel superiore interesse di tutti i cacciatori.
A tutti coloro che condividono con Noi questa grande passione, IN BOCCA AL LUPO!!!

CROCETTA PAOLO
Presidente Regionale ANUU
DI LORENZO ERASMO
Presidente Provinciale Frosinone
SCACCIA SIMONE
Segretario Provinciale Frosinone
Membro Nazionale comitato giovani ANUU
APRUZZESE ALESSIO
Vice Presidente Provinciale ANUU Frosinone
ANTONUCCI RENATO
Delegato Regionale ANUU ai Rapp. Ist. con Enti e Ass.

ANUUMigratoristi: ecco il nuovo Comitato Giovani

E’ stato ridefinito durante l’ultima Assemblea Nazionale ANUUMIgratoristi il nuovo comitato giovani dell’associazione.

Sono stati nominati: Bica Marco, Bonadonna Eugenio, Campo Giuseppe, Curcurù Lorenzo, D’Alessandro Salvatore, Iaccarino Emanuele, Lanzillotta Davide, Marinelli Michele, Occhiuto Francesco, Pala Emiliano, Pennacchia Francesco, Scaccia Simone, Taddei Matteo e Terranova Salvatore.

I componenti di nuova nomina del Comitato Giovani nazionale si sono riuniti il 21 Giugno 2022 per eleggere il Presidente.

Si tratta di Salvatore Terranova, al suo fianco il Segretario Francesco Occhiuto.


Il nuovo Comitato Giovani si propone di affrontare importanti temi quali la valorizzazione, la conoscenza e la promozione dell’attività venatoria, delle pratiche e discipline sportivo-agonistiche utilizzando oltre i mezzi d’informazione tradizionali anche quelli social, di maggiore diffusione tra i giovani per sensibilizzarli ed avvicinarli alla pratica dell’attività venatoria nel rispetto e tutela delle risorse faunistiche dettate dal territorio.

Emergenza cinghiali a Cassino, l’Annu Lazio chiede un tavolo con Sindaci e Associazioni

Emergenza cinghiali a Cassino: “Ora un tavolo con sindaci e associazioni venatorie e del mondo ambientalista”. A chiederlo, attraverso il suo delegato Renato Antonucci, è l’Annu Lazio.

“C’è bisogno sì di un tavolo, ma con la presenza di più Sindaci delle varie zone al quale siano invitati a partecipare anche rappresentanti di tutte le Associazioni interessate, sia esse ambientali, agricole e venatorie.

Non è poi – spiega Antonucci – con la cattura dei cinghiali stessi e il posizionamento in recinti diversi che si risolve il problema del soprannumero, né tantomeno lo spostamento in altre zone. Occorre immediatamente adottate misure straordinarie, come:

l’anticipo della caccia al cinghiale almeno al 1°Ottobre e secondo l’orario stabilito dal calendario venatorio;

l’aumento delle giornate di caccia in via straordinaria da 3 a 5 giorni alla settimana;

la possibilità dell’abbattimento della specie cinghiale fino alla fine di Febbraio 2022”.

Occorre anche approvare una riforma strutturale con modifiche importanti che garantiscano un effettivo risparmio di svariati milioni di euro da utilizzare a titolo di risarcimento dei danni subiti sia dalle aziende agricole, dalle aziende faunistiche e venatorie e Z.A.C.”.

Controllo faunistico, la Corte Costituzionale riconosce l’utilità pubblica della figura del cacciatore

La giurisprudenza riconosce, anche a livello costituzionale, l’importanza del ruolo del cacciatore nel corso dell’intero arco dell’anno. E a farlo è addirittura la Corte Costituzionale, chiamata a decidere in merito al ricorso sulla costituzionalità della legge regionale toscana numero 3 del 12 gennaio 1994, con la quale la Regione aveva recepito la legge quadro nazionale sulla caccia 157/92. In particolare, la Corte era chiamata a esaminare il ricorso del WWF e di altre sigle anticaccia in merito alla costituzionalità della legge regionale nella parte in cui estende l’elenco dei soggetti abilitati a effettuare le operazioni di controllo delle popolazioni di cinghiale rispetto a quelli previsti dall’articolo 19, comma 2, della legge quadro.
Con la sentenza 21 del 14 gennaio scorso, la Corte Costituzionale ha stabilito che in materia di controllo faunistico la figura del cacciatore presenta “elementi di qualificazione pubblicistica”, vale a dire di pubblica utilità. Pertanto, pur trattandosi di “soggetti ulteriori, rispetto a quelli elencati dalla norma statale” da adibire al controllo faunistico delle specie problematiche, in questo contesto i cacciatori non possono essere identificati semplicemente come tali, quanto piuttosto come operatori faunistici che svolgono la propria attività per la tutela dell’ambiente, della fauna e delle produzioni agricole, peraltro abilitati con tanto di specifica formazione e coordinati dal corpo di polizia provinciale.
Del resto – riporta la Corte Costituzionale nella sua sentenza – lo stesso Ispra, e prima ancora l’Infs, hanno riconosciuto con realismo che per realizzare i piani di controllo non è quasi mai sufficiente la disponibilità dei pubblici ufficiali individuati dalla legge statale, di fatto aprendo al mondo venatorio per la corretta gestione dei territori. A voler guardare il problema senza steccati ideologici, è palese ormai come le aree protette, che pure aumentano di numero ed estensione ogni anno, non riescano più a gestire l’ordinaria amministrazione in materia di gestione faunistica. Quest’ultima ha ormai assunto i connotati dell’emergenza, per far fronte alla quale il personale dei parchi e delle varie Province non è minimamente sufficiente. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: caprioli in autostrada, cinghiali in città, biodiversità in profonda sofferenza, incidenti stradali e ingenti danni alle colture agricole. Ecco perché, a maggior ragione, appare indispensabile l’urgenza di trovare il giusto percorso affinché ciascuno, tra i portatori di interesse in materia faunistica, agricola e ambientale possa svolgere il proprio ruolo in piena dignità e con il rispetto delle altre categorie. Ora che l’utilità pubblica del cacciatore, a patto che sia formato e consapevole, è stata riconosciuta dalla Corte Costituzionale, ci si augura che questo percorso diventi più agile e rapido.

Cinghiali a spasso per Frosinone. Anuu Lazio: “Intervenire per evitare tragedie”

Continuano gli avvistamenti sul territorio del Comune di Frosinone di cinghiali liberamente a passeggio lungo le strade. Da circa dieci giorni, due grossi esemplari di oltre un quintale, girano minacciosi a ridosso delle abitazioni della strada di accesso al cimitero, nei pressi della Chiesa di Madonna della Neve e, cosa ancora più preoccupante e pericolosa, tra il Fosso Rio Cavariccio e la scuola elementare Livio De Carolis che ospita centinaia di bambini.

E’ stato più volte richiesto da parte del nostro delegato alle problematiche ambientali, l’intervento “straordinario” sia di sua Eccellenza il Prefetto, massima autorità governativa della provincia, sia del sindaco Nicola Ottaviani, affinché gli stessi, in assenza di un intervento di chi è preposto a risolvere tali gravi problematiche, possano organizzare la cattura o l’abbattimento dei cinghiali, la cui carne potrà essere donata alla Caritas impegnata, soprattutto in questo periodo, ad assistere le tante famiglie in difficoltà economiche. Tutto questo, ovviamente, dovrà avvenire nel pieno rispetto dei piani di abbattimento faunistici territoriali già approvati da Regione e Provincia.

L’Anuu Lazio, in chiusura, chiede di non aspettare tragici eventi prima di intervenire.

Cinghiali in centro città a Frosinone: l’ANUU torna a chiedere l’intervento del Prefetto

La situazione è sempre più seria perché i cinghiali stanno entrando in città con sempre maggiore frequenza. L’ultimo avvistamento di un branco in Via Cosenza a Frosinone, strada parallela a Via America Latina, ha impaurito non poco gli abitanti della zona e riacceso i riflettori su un problema per il quale l’Anuu Lazio si sta battendo da diverso tempo. L’associazione torna a chiedere l’intervento del Prefetto affinché vengano organizzate di concerto con la Questura battute di caccia in zone dove i cinghiali si sono affacciati. In primo luogo occorre mettere in sicurezza la salute delle persone e successivamente difendere i campi coltivati.

PRIMO PIANO: Gestione coordinata cinghiali non più rinviabile. Così il ministro Centinaio in aula.

Per la gestione della questione cinghiali, e più in generale degli animali carnivori selvatici, “è necessario agire in maniera coordinata su tutto il territorio e impostare interventi di gestione che risultino efficaci a breve termine, ma soprattutto che consentano di stabilizzare la situazione nel lungo periodo“. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, intervenendo ieri al question time alla Camera sull’interrogazione “Iniziative volte a modificare la legge n. 157 del 1992 al fine di implementare i poteri delle regioni in ordine ai piani di caccia finalizzati al contenimento delle specie per le quali si rendono necessarie operazioni di controllo numerico, anche con l’ausilio di operatori volontari opportunamente formati“, sottoscritta da 106 deputati della Lega.

Questo il testo integrale della risposta

Signor Presidente, onorevoli deputati, premetto che un piano per la gestione della “questione cinghiali” e più in generale degli animali carnivori è necessario e non più rinviabile. Ritengo sia giusto tutelare la fauna, ma devono esserci delle limitazioni, perché dobbiamo garantire la sicurezza delle persone nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo. Non possiamo più permettere che si verifichino incidenti come quello avvenuto sulla A1. Ricordo che i cinghiali sono responsabili di gran parte dei danni causati dagli animali selvatici alle produzioni agricole, e rappresentano un rischio reale di trasmissioni di epidemie di grande rilevanza e particolarmente gravi, quali la peste suina africana, che dai Paesi europei del Nord Est, proprio attraverso i cinghiali, è stata recentemente rilevata in Belgio, e rappresenta una minaccia concreta per le produzioni agroalimentari, in particolare insaccati e prosciutti, vanto del made in Italy. Il problema è da tempo all’attenzione mia personale e del Governo; infatti con gli assessori regionali abbiamo di recente condiviso un pacchetto di misure volte a rendere più incisivi gli strumenti di contrasto all’incremento della popolazione dei cinghiali.

È necessario agire in maniera coordinata su tutto il territorio e impostare interventi di gestione che risultino efficaci a breve termine, ma soprattutto che consentano la stabilizzazione della situazione nel lungo periodo. In tale direzione, in accordo con il Ministero dell’ambiente, lo scorso 16 novembre abbiamo istituito un gruppo di lavoro incaricato, fra le varie cose, di formulare proposte per l’adeguamento del quadro normativo sanzionatorio relativo ai danni da fauna selvatica. La presentazione della relazione conclusiva avverrà entro il prossimo 31 marzo.

 

In replica l’on.le  Guglielmo Golinelli, firmatario dell’interrogazione ha detto:

Presidente, ringrazio il Ministro per gli impegni presi. Per rimanere sul tema dei rischi sanitari, ricordiamo, ad esempio, anche la West Nile, che lo scorso anno ha contagiato 577 persone e provocato 42 decessi, che vede nei corvidi il principale serbatoio, o, per ripetere le sue parole, la peste suina africana, che se dovesse comparire in un solo capo suino domestico in un allevamento del nord Italia bloccherebbe l’esportazione di carne verso tutto il resto d’Europa. Ci tengo anche a fare chiarezza sulle informazioni che sono girate in questi giorni e provenienti dai soliti animalisti da salotto: l’aumento spropositato della fauna selvatica non è dovuto all’avidità dell’uomo, ma al fatto che in quarant’anni abbiamo perso il 60 per cento dei cacciatori, che attualmente hanno un’età media di sessantacinque anni; al fatto che si sono spopolate le zone rurali più marginali e che, con i cambiamenti climatici, i cinghiali arrivano ad avere un incremento utile annuo del 180 per cento e c’è un tasso maggiore di sopravvivenza delle specie selvatiche.

Ritengo che a fronte di questi avvenimenti sia necessario, come detto da lei, ammodernare la legge n. 157 del 1992 e non parlare più di protezione della fauna selvatica ma di gestione della fauna selvatica. Il primo problema è relativo alla questione dei piani di controllo; dobbiamo inserire la figura del cacciatore abilitato e volontario nell’effettuazione dei piani di controllo, in quanto le guardie provinciali non sono più in grado di sostenere questa domanda. È necessario anche rafforzare e velocizzare l’iter per la concessione delle deroghe venatorie per i periodi cacciabili e, a mio avviso, anche introdurre una norma per la commercializzazione della carne di selvaggina, in modo da creare reddito e da tracciare questa verso i nostri consumatori.

PRIMO PIANO: Dramma cinghiali, l’ANUU chiede l’intervento deciso del Governo

Il gravissimo incidente stradale sull’Autosole causato dai cinghiali riaccende i riflettori su una vicenda per la quale l’Anuu si sta battendo da anni. La specie animale continua a riprodursi a ritmi sostenuti provocando danni a uomini, ambiente e agricoltura. E’ arrivato il momento di dire basta: “La politica – sottolinea Renato Antonucci dell’Anuu Lazio – prenda in mano la situazione perché gli enti preposti a gestirla hanno dimostrato ancora una volta di non essere efficienti. La nostra associazione è a fianco di chi vuole salvaguardare gli animali ma il problema dei cinghiali non è più gestibile perché in forte sovrannumero. Il rapporto territorio-selvaggina è da tempo squilibrato a favore degli animali, in particolare i soggetti ibridi che si riproducono a ritmi incessanti e distruggono l’ambiente creando un serio danno ecologico. Chiediamo che venga bloccato l’operato di tutti gli ATC d’Italia e che il governo entri nella questione con un provvedimento urgente creando un tavolo di concertazione che dia ai Sindaci alle Province ai Prefetti agli ADA regionali il potere e la possibilità, insieme anche ai rappresentanti delle associazioni riconosciute, di trovare soluzioni per tornare a ridare equilibrio all’ambiente. Bisogna dunque abbattere in maniera coscienziosa e mirata i cinghiali in surplus sull’intero territorio nazionale, nel Lazio e in provincia di Frosinone. E’ da tempo che chiediamo venga posto in essere un piano per evitare non solo tragedie umane come quella dell’A1 ma fermare anche la devastazione dell’ambiente già di turbato da numerose fonti di inquinamento e dei raccolti da parte dei cinghiali”.